Avevo 17 anni, frequentavo la quarta superiore dell’istituto tecnico commerciale Cesare Abba a Brescia e mi stavo preparando per la mia prima gara, i campionati regionali AICAP/WABBA dove tra l’altro mi piazzai secondo nella categoria Senior ed il mio professore di Informatica, dopo aver corretto un mio compito in classe e avermi dato 7 ( allora la scala dei voti andava da 0 a 10 ), alla consegna mi guardò e disse:” Vedi Dell’olio, tu potresti prendere facilmente 9 o 10, tuttavia ti distrai con lo sport.
Non hai ancora capito che il tuo futuro è questo e da adulto quello che apprenderai qui sarà quello che ti darà il pane che mangerai, mentre il resto è una mera perdita di tempo?”.
Tutti voi oggi sapete che se avessi dato ascolto a questo individuo, negando le mie passioni e abilità, oggi non sarei quello che sono e soprattutto non farei quello che faccio.
Ho condiviso questa mia esperienza con voi, come sempre, per darvi un motivo di riflessione.
Se a 17 anni non fossi stato convinto in quello che facevo ( divertendomi ) e avessi ascoltato i consigli di questo adulto non mi sarei mai realizzato come uomo nel settore che amavo, sarei forse finito in una banca come molti miei amici ( lavori rispettabilissimi ) o sarei diventato un analista/programmatore, ma non avrei mai seguito la strada della felicità, la strada della libertà mentale ed intellettuale, la strada che mi ha portato a realizzarmi come uomo e che a permesso a voi di conoscermi come tecnico.
In conclusione, la morale della storia è: “non ascoltare mai troppo gli altri, spesso pensano di fare il nostro bene, ma in realtà, non essendo noi, non si rendono conto che siamo diversi da loro e quindi unici”.
Ogni consiglio va sempre contestualizzato e preso con le “pinze”.
Seguite la vostra strada, i vostri sogni e lavorate con costanza per realizzare la vostra visione.
Tanto vi dovevo
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